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Venetia – Foret D’Orient

(Veneto), 2015

 

Ed ecco a voi un’altra realtà interessante proveniente direttamente dal nord-est del bel paese, più precisamente dal Veneto, zona che ultimamente sembra essere terreno fertile per molte band assolutamente valide per i generi legati al Black (vedi band come Cruenta Lacrymis o Necrosy). La formula scelta dai Foret D’Orient è, per l’appunto, musica classica e Black Metal; certo niente di particolarmente innovativo, visto il numero di band che ci si sono dedicate negli ultimi tempi. Come sempre la discussione sul sottogenere è per lo più fonte di inutili speculazioni piuttosto che di informazioni utili, quindi lasciamo pure parlare la musica.

 

La proposta musicale ricalca abbastanza fedelmente i canoni consolidati del genere, quindi parti furiose di doppia cassa e blast beat alternate a intermezzi sinfonici, il tutto però composto ed eseguito molto bene, specie le parti di tastiera ed arpa risultano altamente ispirate e sempre in grado di dare una marcia in più ai brani. In particolare il basso, strumento che spesso e volentieri è lasciato ai margini del mix, in questo contesto gode di un buon volume ed è in grado di fare da protagonista negli intermezzi sinfonici. La vera particolarità e punto di forza di quest’album è però un’altro: il testo in italiano e dialetto veneto; cosa che raramente capita di trovare nel Metal. I testi sono interpretati da un’ottimo scream/growl alternato a parti in clean e risulta sempre abbastanza comprensibile da trasportare l’ascoltatore nella narrazione. I testi sono tutti correlati alla Serenissima Repubblica di Venezia ed ai suoi valori e ai suoi miti, cosa che valorizza molto il lavoro dei nostri, dando all’album quell’originalità e onestà che forse la sola musica stavolta non sarebbe stata in grado di offrire. La produzione conta in totale sette tracce di cui due strumentali. Le migliori, a parere di chi scrive sono  “Dal mare alla terra”, per la sua attitudine molto Black, e “Lepanto” che parla proprio della battaglia di Lepanto ed è la più “forte” del lotto sia come musica che come testo.

 

Lavoro assolutamente promosso, la base strumentale può contare su una produzione di ottimo livello, con tutti gli strumenti che trovano il proprio spazio e risulta all’altezza della situazione, anche se non certo innovativa o sorprendente. Il cantato è ottimamente eseguito dal punto di vista tecnico e grazie a stratagemmi come intrecci e climax studiati ad hoc riescono a far rendere al massimo i testi. L’unica pecca è forse la lunghezza limitata, il concept poteva essere approfondito meglio, visto che gli spunti non mancano.

 

Tracklist:

 

   01. Sacrum militare oratorium

   02. A Reitia

   03. Dal Mare alla Terra Adhuc Viventi

   04. Lepanto

   05. Sogno de Vis

   06. Dominio da Mar

   07. Adagio in Sol minore

 

Lorenzo Telve

 

Voto: 83/100

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