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Membri: Nodeng (Bass) - Chris (Guitar)

              Phil (Drums) - Berne (Vocals)

Genere: Bay(ern) Area Thrash Metal

Città natale: Schnaitsee, Germany

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Con il rilascio nel 2008 della Demo "Demolition" i Battle Creek si stabilirono nel panorama Metal europeo e raggiunsero le finali tedesche nella battaglia di WACKEN Metal Festival nel 2009. Nel 2011 esce l'album di debutto "Wake the Plague" il quale ha guadagnato un sacco di buone recensioni in riviste metal come "Legacy" e "Rock Hard", ottenendo anche l'ambito titolo di "Demo del mese" nella rivista tedesca "METAL HAMMER". Negli ultimi 10 anni hanno suonato in diversi live con noti artisti come Exodus, Gama Bomb, TANKARD, Grave Digger, Cannibal Corpse e molti altri.

 

Nel 2015 hanno registrato il loro nuovo full "HATE INJECTION" rilasciato Il 20 novembre scorso. La band è in grado di soddisfare il pubblico con un'alta gamma di elementi caratteristici del "buon vecchio Thrash". Con la loro miscela esplosiva di incredibili riff ad alta velocità, le linee melodiche di piombo, una voce d'impatto e tamburi che martellano, i Battlecreek vi porteranno indietro nel1980.

Dopo tanto tempo ritorno a scrivere per la categoria Underground, e questa volta non leggerete di riffoni oscuri e plumbei; eh sì, perché questa recensione sarà tutta “Thrash”; bando alle ciance, e parliamo dei Battlecreek. Band tedesca fondata a Schnaitsee, Germania nel 2004, codesta band rilascia quattro anni dopo un EP intitolato “Demolition” e che dona al gruppo un bel po’ di visibilità. Tuttavia nel 2011 questi simpatici thrashers, hanno pubblicato un album, “Wake the Plague”; grazie ad esso, la band suona in giro per i palchi a fianco di band come Exodus, Tankard, Grave Digger ed altri “grossi nomi” più o meno noti. Ma veniamo a noi, perché dopo ben quattro anni la band rilascia un altro full, che è quello che andrò a recensire, intitolato “Hate Injection”; perciò, preparate il chiodo e le cinture borchiate, perché si inizia con il track-by-track.

 

“Dealing Death” è la prima traccia delle nove proposte nell’album. E’ un brano che inizia con delle chitarre acustiche, per poi totalmente cambiare con un vero approccio thrash, quindi ritmiche aggressive e linee vocali adatte al contesto. Il pezzo è interessante nei ritornelli e nell’assolo, che non è né troppo complesso né lunghissimo. Un buon brano per iniziare questa scorpacciata di violenza. “Redneck Riot” è molto più violenta della precedente, caratterizzata da riffoni tritaossa e da una batteria molto presente che tende a riempire certi spazi vuoti. L’assolo in questo brano ricorda i Megadeth di Rust in Peace, ed è cosa secondo me buona e giusta. E’ inoltre presente un buon break, sul quale effettuare del sano headbang, che ci porta al termine della song. “Kill or Be Killed” già dal nome suona come un pezzo di quelli devastanti che non lasciano scampo, dovuto anche un buon connubio tra gli approcci Thrash, con uno più Heavy di stampo parecchio rude. Caratteristiche che risaltano sono le buone linee ritmiche e melodiche che i nostri riescono a fondere, nonostante la batteria sia un po’ troppo monotona (ma è thrash…quindi va bene) gli altri strumenti riescono a creare quell’impatto sonoro che tanto ci piace. Si passa ora alla title track dell’album “Hate Injection”, la song parte subito forte, schitarrate potenti ed aggressive sostengono una parte cantata che sa più di urlo liberatorio, la parte assolutamente interessante la troverete a metà brano, quando il basso invaderà lo spartito con violenza, per poi lasciare campo aperto ad un assolo per nulla male! Interessante anche l’alterco vocale, che propone un duetto fra parte urlata e growl, creando così un rimbalzo fra alti e bassi. “Blood For The President” segue le line caratteristiche dei Battlecreek, un intro corposo sostenuto a gran voce dalle sei corde ci getta nella mischia, e, credete a me in un live questa canzone vi porterebbe a pogare sicuramente. L’entrata in campo della voce risulta sempre graffiante e rauca, una classica impostazione degli ambienti Thrash, ancora una volta segnalo un ottimo assolo della sei corde che cala una prestazione sfavillante! Siamo giunti a “Fuck The Demon”, la canzone parte più “tranquilla”, con la parte strumentale che in punta di piedi prepara l’ingresso in scena della voce.

 

L’ambient creato è più massiccio e pesante, il riff di base tende ad essere più rallentato rispetto alle precedenti track, questo consente di godersi di un attimino di duro relax, si perché nonostante sia una song più tranquilla, le note risultano sempre granitiche! “Hell In A Cell” è un titolo che mi rammenta gloriosi combattimenti nei main event di wrestling! Ci troviamo di fronte ad uno spartito corposo e rude, dove durante l’intro la batteria prende il sopravvento su tutti attaccando velocemente la scena, con un doppio pedale sulle casse che non ti lascia scampo. Ottime le serie di controtempi che i nostri impongono al brano, continui cambi di ritmo che creano sussulto in chi ascolta. “Daedldi Daedldi Dae” è la penultima traccia di questo album, ed è estremamente cazzuta! Seppur sia una song totalmente strumentale riesce a coinvolgerti in maniera paradisiaca, l’attacco è forte ed aggressivo, ti porta a stare sull’attenti nell’attesa del proseguo del brano. Chiaramente in una canzone dove la parte strumentale regna sovrana, la sei corde non poteva esimersi dal compito di spaccare in due la stessa, si perché con l’assolo che essa propone sembra di udire una voce cantare, è assolutamente perfetto, non lascia tempo e modo di rifiatare e ti manda in estasi! Un growl poderoso e infernale ci indica la via per ascoltare “Nodeng Of Darkness”, la novità risulta poi in tutta la parte cantata, dove questo stile canoro diventa l’elemento principe. In sostanza i nostri ci vogliono schiaffare nel profondo abisso con questa traccia di commiato, e di conseguenza gli strumenti imbastiscono una scena potente e grave, a differenza delle altre, il ritmo inizialmente risulta più compassato, ma tutto ciò dura poco, perché la sei corde ha una voglia matta di correre e si trascina dietro i loro compari! Ottima chiusura per i Battlecreek, energica ed incisiva!

 

Un album veramente ottimo, sempre ricco di mordente e cattiveria, lascia poco spazio alle critiche, onestamente non vedrei dove farne. La band riesce ad inchiodare l’ascoltatore, non sono riuscito a distogliere l’udito da questa mazza sonora che i nostri hanno creato. L’ispirazione alle vecchie glorie Thrash del passato è evidente, ma ciò non toglie che il modo spinto ed aggressivo di suonare della band sia da applausi! Ascolto stra consigliato!

 

Tracklist:

 

  1. Dealing Death

  2. Redneck Riot

  3. Kill or Be Killed

  4. Hate Injection

  5. Blood For The President

  6. Fuck The Demon

  7. Hell In A Cell

  8. Daedldi Daedldi Dae

  9. Nodeng Of Darkness

 

By Paso

 

Voto:  90/100

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