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Membri: Vocals - Manos Xanthakis,                 Guitars - Pete Breaker,

              Bass - Dimitris Tsounakas,

             Drums - Fivos Andriopoulos

 

Genere: Heavy Metal

 

Città natale: Athens

  • Facebook - White Circle

Ave lettori di Oculu§ MetalluM e benvenuti ad una nuova recensione, questa volta il gruppo che andrò ad ascoltare proviene dalla Grecia (musicalmente parlando spacca!) e propone un bell’Heavy Metal dalle sonorità classiche e tradizionali, ma che tende ad esplorare nuovi orizzonti.  Gli Alphastate nascono nell’Aprile 2014 con l’idea di sperimentare nuova musica che richiamasse nomi come Steelheart, Black Label Society, Ozzy Osbourne, Pantera, Primal Fear, Brainstorm per citarne alcuni. La band dichiara di aver speso parecchio tempo in studio per trovare il sound più adatto alla loro proposta. Cosi la band formata da Manos Xanthakis alla voce, Pete Breaker alle chitarre, Dimitris Tsounakas al basso e Fivos Andriopoulos come session drummer tira fuori un album che è composto da dieci brani per una lunghezza totale di quaranta minuti.

 

La prima traccia “Out of the Black” apre le frenetiche danze con ritmiche trascinanti e travolgenti in un buon compromesso tra riff aggressivi, sezioni più spedite e melodia. Forte di un buon ritornello abbastanza orecchiabile il primo brano si fa sentire con molta tranquillità, e tende a riscaldare l’apparato uditivo. Bello il solo melodico e deciso. “Last Day” ha come compito quello di continuare la scia percorsa nella precedente traccia, con qualche variazione ritmica e melodica. Interessanti alcuni riff che sfociano in un chorus dal mood un po’ sofferente ma incalzante. Brano che tende ad innalzare il livello del lavoro, e se inteso come un esordio, può sembrare anche di alto livello. “Don’t look back” ed è già il terzo brano che ha lo stesso mood incalzante dei precedenti, salvo qualche arpeggio con la chitarra in pulito, non c’è nulla di nuovo da esaltare ed è un peccato poiché il primo brano mi aveva assai catturato l’attenzione, ma se non si evolve nulla trovo che sia un fatto negativo. Il quarto brano sembra rialzare il livello dell’album, di fatto “Before the Soul Departs” ritrova freschezza in nuove ritmiche e soluzioni melodiche che rimangono più impresse rispetto a quelle dei brani precedenti. Le strofe ed i ritornelli vengono più spontanei e meno costruiti intorno a schemi troppo lineari. Brano godibile, buono anche l’assolo che rende tutto più nostalgico e dona un’aria molto anni ottanta. “Great Divide” fortunatamente vede una evidente componente Heavy/Power molto più convincente con ritmiche più spedite ed aggressive, che finalmente concedono un po’ di spazio per scapocciare allegramente. Siamo arrivati a metà disco e finalmente ingrana quel sound che la band dice di aver sperimentato per molto tempo in studio; batteria incalzante, riff pesanti e voce potente sono i punti focali di questo quinto pezzo che rialza anche le aspettative. Presenti richiami alla “NWOBHM” con melodie molto anni ottanta.

 

Una componente più “speed” emerge nella successiva “Road to Hell”, dove i nostri si cimentano in una violenta corsa verso l’inferno. Riff armonizzati, voce onnipresente ed una sezione ritmica d’impatto ci faranno sognare; e qui siamo veramente su alti livelli. Una sezione più spedita, più aggressiva e si scapoccia nuovamente. Viene da gridare “Thrash till death!!”; Doppia cassa e melodie armonizzate ci accompagneranno al termine di questo brano. La settima canzone “World’s Control” è una vera e propria ballad, dove tastiere e chitarre acustiche si incontrano, almeno nei primi minuti. Finalmente un po’ di relax, la calma dopo la tempesta. Nemmeno il tempo di abituarsi a questa realtà, che già verremo catapultati in un'altra. Infatti i nostri torneranno a farci scapocciare con riff decisi seppur melodici, ritmiche serrate e linee melodiche ben assestate. Buon modo per finire un brano con stile. Purtroppo però “Only chance” ripropone la scia dei primi due brani con l’aggiunta di un solo melodico interessante e dal sapore parecchio Hard Rock; dopo tale introduzione, avremo una ritmica molto decisa e serrata. Non male il ritornello, che segue una linea melodica trita e ritrita ma comunque sempre efficiente. La sezione successiva al secondo ritornello è bella assestata ed anche l’assolo, seppur breve, ci sta bene. Buon brano di transizione, oserei dire. Siamo arrivati alla penultima traccia, “The System”. Qui vediamo una forte componente Heavy, specie nelle armonizzazioni delle melodie. Un approccio aggressivo nelle chitarre e nella sezione ritmica fanno la loro figura, tuttavia viene a mancare una componente trascinante che a parer mio, viene meglio a questa band e si è sentito in pezzi precedenti. Non male se si vuole intendere come un brano di debutto, anche se si poteva fare decisamente meglio. C’è da dire che l’assolo è più evocativo dei precedenti ed è anche più “studiato”, per quanto riguarda alcune scelte e cadenze melodiche. Nel complesso non c’è male. “The End?” e’ appunto la fine, ed il gruppo vuole chiudere con un brano molto evocativo suonato solamente con arpeggio in clean, ed assolo con la distorsione.

 

In definitiva lo stile proposto dal gruppo non è malvagio, il mio consiglio al gruppo è quello di applicarsi invece per capire bene in che direzione questo stile dovrà andare, poiché ci son troppe idee che a mio parere possono distogliere dall’obbiettivo primario che il gruppo si è posto. In compenso posso dire che la band ci sa fare a livello strumentale e questo può essere un ottimo punto a favore… Forza Alphastate!

 

 

TRACKLIST:

 

1.  Out Of The Black

2.  Last Day

3.  Don’t Look Back

4.  Before The Soul Departs

5.  Great Divide

6.  Road To Hell

7.  World’s Control

8.  Only Chance

9.  The System

10. The End ?

 

By Matteo DoomMaster Perazzoni

 

VOTO: 80/100

1.    Prima di tutto vi ringraziamo per la disponibilità nel rispondere ai nostri quesiti.  L’occhio vi ha rilevato e ora vuole rivelarvi! Per prima cosa, come nascono gli AlphaState e quale significato si cela dietro il nome?

 

Manos:

 

AlphaState sono stati fondati nel 2014. Il nome deriva dal termine Stato Alfa che indica la piena consapevolezza della mente, mentre allo stesso tempo il corpo è completamente rilassato. In principio si trattava di un progetto di un uomo, Pete Breaker, che ha composto la musica per 4 canzoni e la registrazione di tutte le chitarre e il basso e l'utilizzo della drum-machine.

A quel punto sono subentrato io  e ho iniziato molto lentamente in un primo momento scrivendo testi e linee vocali, nell’aprile 2014. Con l'inizio del mese di luglio abbiamo avuto 4 canzoni e chiesto la collaborazione di Nick Moiras per le tracce di batteria, dal momento che nessuno di noi è un fan di roba digitale.

A questo punto abbiamo a pensare che qualcosa di buono stava accadendo e, invece di rilasciare una demo che non avrebbe portato da nessuna parte, abbiamo preso la decisione di scrivere più canzoni, trasformando questo progetto da una one man band in una band a tempo pieno. Tuttavia ci volle qualche mese prima che la line up si definisse del tutto.

 

2.  Diamo un volto a questo progetto. Presentatevi, specificando nel caso facciate parte di altre band.

 

Vocals - Manos Xanthakis

Guitars - Pete Breaker

Bass - Dimitris Tsounakas

Drums - Fivos Andriopoulos

 

3.    Descrivete il tema stilistico del progetto.

 

Pete Breaker:

 

Gli AlphaState appartengono al genere Heavy Metal / Power, ma abbiamo alcuni dettagli che ci rendono unici. Siamo molto più aggressivi in termini di suono, ad esempio riusciamo a sfruttare molto più le chitarre di altre band di questo genere. Ci piace aggiungere idee da altri generi Metal nella nostra musica: se ci piace qualcosa dal Death Metal lo aggiungiamo, adattandolo ai nostri gusti ed esigenze. Ci piace avere un suono unico e riconoscibile, quindi se si ascolta il nostro album o se si assiste ad un nostro spettacolo dal vivo saremmo subito riconoscibili. Penso che questa è la cosa più importante in una band o in un artista. L’ essere riconoscibile a miglia di distanza.

 

4.    Quali influenze musicali potete vantare nel percorso artistico della band e, in particolare, nella realizzazione del Full?

 

Manos:

 

Ognuno porta la propria serie di influenze. Le mie provengono da cantanti come Bruce Dickinson, Michael Kiske, Midnight, Udo Dirkschneider, Rob Halford… Solo per citarne alcuni. Ho anche influenze del genere opera con cantanti come Enrico Caruso, Lauri Volpi e altri. Invece Il tutto si riduce per gusto personale, intendo ad esempio nella canzone “Last Day Pete” ho sempre detto che aveva una forte influenza da Steelheart mentre nelle mie orecchie suonava molto vicino agli Accept.

 

Pete Breaker:

 

Naturalmente tutti nella band hanno la loro influenza. Le mie provengono da Zakk Wylde, Kirk Hammett, Gus G, Dimebag Darrell. In particolare mi piace ogni chitarrista che ha un sacco di anima nel suo modo di suonare e molta tecnica. Non troppa tecnica, ma nelle giuste quantità. Amo tutte le band degli anni '80 come Ozzy Osbourne, Steelheart, Ala, Whitesnake ecc come adoro il Metal moderno molto simile ai Brainstorm, Firewind, Nevermore, Testament. Generalmente ho influenze da tutto lo spettro del Metal nel mio songwriting.

 

5.  Ora un po’ di “dati tecnici” per soddisfare i lettori più esigenti. Parlateci del songwriting, specificando chi se ne occupa della line up.

 

Pete Breaker:

 

Le cose sono abbastanza semplici in questo genere. Tutte le canzoni sono guidate dalla chitarra. Noi lavoriamo in due modi: se ho alcune idee pronte li presento a Manos che poi si occuperà di scriverle. Se invece Manos ha tutte le idee pronte si lavora insieme per concludere la canzone. Fondamentalmente lavoriamo in questo modo, vogliamo tenerlo easy. A gestire tutto il songwriting è Manos, il quale ha tutti i testi. Semplice e molto efficace. Naturalmente Dimitris Tsoukas gestisce tutte le funzioni di basso e Fivos Andriopoulos la batteria, per controllare e rendere il suono in linea con lo stile degli AlphaState.

 

6.    In fase di produzione ci sono stati degli aneddoti particolari che vi va’ di condividere con i fan?

 

Pete Breaker:

 

In questo album la cosa più impressionante che vale la pena menzionare sono stati i tempi di registrazione. In particolare, il basso e la batteria sono stati registrati in un solo giorno! Le chitarre per l'intero album in due! Così, quando abbiamo finito mixaggio e mastering siamo rimasti molto sorpresi circa i tempi che abbiamo ottenuto e la qualità del suono erano perfette per noi. E' stato incredibile.

 

7.    In futuro avremo l’occasione di trovarci sotto al palco degli AlphaState? Se la risposta è no, motivarla.

 

Pete Breaker:

 

In realtà abbiamo avuto due spettacoli dal vivo fino ad ora e vogliamo suonare ovunque in Grecia il più a lungo possibile. Vogliamo che i nostri fan ascoltino la nostra musica e facciano headbanging come matti. Al momento stiamo progettando un sacco di spettacoli ed eventi per il 2016 insieme con il songwriting del prossimo full.

 

8.    Quali sono le intenzioni riguardo la band? Ci sono novità o anticipazioni che volete svelarci?

 

Manos:

 

In questo momento abbiamo già iniziato a mettere giù le idee per il prossimo album. Il nostro obiettivo è di avere terminato di comporre entro Aprile, in modo da poter avviare la registrazione in seguito. Speriamo di riuscire a pubblicare il secondo full prima della fine del 2016.

 

9.    Scena Metal dei nostri tempi: come la vedete?

 

Manos:

 

Per me la scena è forte come sempre per quanto riguarda le band e le idee musicali in corso. Il problema è che in questi giorni la musica è considerata un hobby e non un lavoro a tempo pieno. Questo toglie la capacità di concentrarsi al 100% sul fare fare musica. La mia opinione è che presto questo genere andrà ancora più dimenticato di quanto lo sia adesso. Così, anche se la buona musica sarà creata e il costo di registrazione aumenterà, per i musicisti professionisti sarà ancora più difficile sopravvivere.

 

Pete Breaker:

 

A mio parere la scena metal ha un sacco di grandi band e musicisti che diciamo che negli anni '80 o '90. C'è un sacco di creatività e la maggior parte di tutte le fasce di avere l'attrezzatura per registrare e produrre anche nella loro casa. Ma questa apparecchiatura sta diventando ancora più difficile da comprare perché le bande non hanno i soldi e il supporto delle case discografiche come hanno usato per avere. Quindi credo che prossimi anni la maggior parte delle band combatteranno per trovare le risorse per la produzione di album o brani a meno che tutta la prospettiva del settore della musica cambierà.

 

10.  Dateci un parere circa Oculu§ MetalluM, con eventuali consigli per migliorare in maniera costruttiva la nostra webzine. 

 

Manos:

 

Oculu§ MetalluM ha fatto un ottimo lavoro. E’ l'amore e la devozione della sua gente che continuano a spargere la voce che la musica Metal è viva e vegeta e nello stesso tempo dà l'opportunità di nuove band a venire fuori. Pollice in alto e mantenete il fuoco che brucia ragazzi!

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